E’ andata in scena a Cosenza l’ultima tappa di “Impresa è donna”, il road map del Terziario Donna che in cinque diversi appuntamenti ha accesso l’attenzione sullo sviluppo dell’imprenditoria femminile, fornendo ad ogni “tappa” il focus della situazione attuale e ipotesi di crescita.
A chiudere il cerchio dei temi analizzati, è stata la digitalizzazione, argomento affrontato partendo dall’indagine sulle imprese rosa, realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tritacarne.
Riganti: «Prima i fatti e poi le parole»
Presente la nostra presidente provinciale Cristina Riganti nella vista di vicepresidente nazionale con delega alla Sostenibilità. «Quello iniziato nel 2022 e terminato a Cosenza», spiega Riganti, «è stato un percorso straordinario e ricco di contenuti che abbiamo proposto per affermare una volta di più il ruolo delle imprenditrici all’interno del tessuto economico nazionale. Noi donne, oltre ad esserci, abbiamo dimostrato di sapere guardare lontano, proponendo ad ogni nostro appuntamento proposte e soluzioni, sempre accompagnate da storie di donne di successo, utili ad affermare il modo di operare del Terziario Donna: prima i fatti e poi le parole».
La presidente Anna Lapini
Così Anna Lapini, presidente di Terziario Donna Confcommercio. «In Italia il digitale è donna, o potrebbe esserlo se ci fossero condizioni di contesto migliori, perché anche nel digitale esiste un gender gap, che può essere colmato con la formazione, i finanziamenti, la semplificazione, il superamento di stereotipi. Il nostro progetto “Imprenditrici digitali” promosso da Terziario Donna ed EDI–Confcommercio, mira a supportare le imprenditrici nel cammino della transizione digitale fornendo loro ascolto e soluzioni mirate. Nel giro di pochissimo abbiamo realizzato già 250 check up di posizionamento digitale gratuiti, dal Trentino alla Sicilia, a dimostrazione che le imprenditrici anche su questo sono in prima linea».
I contenuti dell’indagine
La crisi da Covid-19 ha accelerato il processo di digitalizzazione delle imprese femminili. Nel triennio 2017-2019, infatti, le imprese femminili operanti nel terziario che hanno investito nel digitale sono l’8,5% (percentuale simile nelle imprese maschili), ma salgono al 13,7% nel periodo del Covid-19 (contro il 14% di quelle maschili) per poi diminuire leggermente al 13% nel triennio 2022-24 (contro il 18,3% di maschili).
Questi i dati principali della ricerca, da cui emerge anche che solo l’8% delle imprese femminili del terziario prevede di investire nel triennio 2022-24 nella duplice transizione (sia tecnologie digitali sia green) e un ulteriore 5% delle imprese investirà solo nelle tecnologie digitali. Ma c’è anche chi non effettuerà transizioni: il 48% delle imprese non investirà nel 2022-24 né in tecnologie digitali né in sostenibilità ambientale.
Per quasi la metà delle imprese femminili intervistate, poi, la crisi da Covid-19 ha avuto effetti sulla decisione di investire in soluzioni digitali e sull’ammontare degli investimenti ad esse dedicate (vs il 38% delle maschili). Di contro, per poco più di un terzo delle imprese le decisioni in tema di investimenti digitali sono state prese a prescindere dalla crisi. Il 69% circa delle imprese femminili ha potenziato l’utilizzo dei social media e il 43% circa ha migliorato la propria “vetrina” digitale. Le imprese femminili rispetto a quelle maschili investono meno nel cloud per la gestione dei dati aziendali (20,4% vs 22,8%), nell’e-commerce (20,2% vs 20,8%) e in sicurezza informatica (15,3% vs 18,3%).
L’indagine sottolinea anche che l’adozione di nuovi strumenti digitali comporta spesso la necessità di avviare specifiche iniziative di formazione all’interno dell’impresa. L’acquisizione di competenze digitali può riguardare la figura dell’imprenditore/imprenditrice (poco meno del 50% sia nelle imprese femminili che in quelle maschili) oppure i dipendenti rispetto ai quali le percentuali scendono considerevolmente (rispettivamente al 12,4% e al 14,2%).
Per più della metà delle imprenditrici, infine, sarebbe auspicabile semplificare le procedure amministrative per ottenere incentivi e agevolazioni a supporto degli investimenti in sostenibilità ambientale e tecnologie digitali. Elevata anche la percentuale delle imprenditrici che preferirebbero avere maggiori incentivi fiscali. Circa una imprenditrice su tre punterebbe alla formazione sia scolastica/universitaria che finalizzata ad incrementare le competenze in materia (green&digitale) all’interno delle imprese. L’accesso al credito rimane comunque una delle principali problematiche da risolvere (nel 31,8% dei casi).